Professioni sanitarie: l’esercito “dimenticato” fatto di 1.500 operatori
Celebrare chi ha vissuto in prima linea l’emergenza Covid-19 senza escludere nessuno, sensibilizzando la popolazione sul fondamentale ruolo giocato dalle professioni socio-sanitarie.
È la sfida lanciata dall’Ordine dei Tecnici sanitari di radiologia medica, delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione della provincia di Parma, in occasione della prima “Giornata nazionale dei professionisti sanitari, socio sanitari, socio assistenziali e del volontariato”, che è in programma proprio oggi.
Bruno Lorefice è il presidente dell’Ordine che a livello locale riunisce oltre 1.500 professionisti appartenenti a diciannove categorie diverse, tutte impegnate a vario titolo nella tutela della salute.
II consiglio direttivo dell’Ordine composto anche dalla vicepresidente Alessandra Cuttone, Francesca Musio (segretario), Luca Antonioli (tesoriere), Gianluca Galbulli Cavazzini (consigliere) e Tiziana Mari (consigliere).
“La giornata è stata istituita per tributare il giusto ringraziamento a tutti i professionisti che stanno affrontando questa grande emergenza sanitaria, e per commemorare i colleghi che hanno perso la vita per aver contralto il coronavirus in servizio – spiega Lorefice – Bisogna sensibilizzare l’opinione pubblica sul fatto che le professioni sanitarie sono trenta, tutte ugualmente importanti nei percorsi di prevenzione, diagnosi, terapia e assistenza“.
L’elenco è lungo, spiega Lorefice, e non sempre noto: “Psicologi, fisioterapisti, medici chirurghi, farmacisti, odontoiatri, tecnici sanitari di radiologia medica, infermier i e infermieri pediatrici, tecnici sanitari di laboratorio biomedico, ostetriche, veterinari, logopedisti, tecnici audiometristi, biologi, fisici, chimici, tecnici audioprotesisti, podologi, igienisti dentali, dietisti, assistenti sanitari, tecnici della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro, tecnici della riabilitazione psichiatrica. educatori professionali, ortottisti e assistenti in oftalmologia, tecnici della fisiopatologia cardiocircolatoria e della perfusione cardiovascolare, tecnici della neurofisiopatologia, terapisti della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva, tecnici ortopedici, terapisti occupazionali“.
L’obiettivo è quello di creare una maggiore consapevolezza “della valenza eterogenea di tanti professionisti che spesso lavorano nell’ombra, ma che rappresentano un tassello fondamentale all’interno di quel grande puzzle che è il mondo sanitario” – precisa Lorefice. E aggiunge: “Sentirsi abbandonato o ignorato fa male a chi si trova ogni giorno a combattere “al fronte”. Non si tratta di un eccesso di protagonismo, ma di una necessità di rappresentare parzialmente le professioni coinvolte nel mondo socio sanitario ha generato conseguenze for· temente negative anche in parlamento e nei rapporti con aziende e associazioni“.
Da qui l’appello affinché si possa promuovere un vero e proprio cambiamento linguistico e culturale, “per rappresentare con chiarezza” – conclude Lorefice – “chi sono i professionisti sanitari e a rafforzare la consapevolezza del cittadino nel riconoscere e identificare le figure a cui si affida ogni giorno ii proprio bene più prezioso: la salute“.